Alle volte
mi affaccio alla finestra
e vedo mio nonno
armeggiare con i suoi anni
altre volte
mi soffermo sulla porta
come un gatto che aspetta
il respiro di uno specchio
e non li chiamo sogni
ma partenze da una soglia
dal confine di una porta
al profumo d’aria aperta
sorde fantasie
che non sentono richiami
ma si appoggiano al silenzio
o al vociare di un istante
sono spazi da svuotare
come camere in affitto
che la polvere ha occupato
rivestendo vecchi armadi.