Svegliarsi un anno ed un giorno fa
per vedere chi o cosa ci ha talmente cambiati da non riconoscerci più,
bucarsi con l’ago della bussola,
perdere le proprie certezze e trovarle negli occhi di una sconosciuta,
subito avere fretta e non sapere dove...

Leggere negli altri la lista dei propri difetti e sentirsi perfetti,
indovinare le parole di chi muove le labbra alle nostre spalle,
guardare quello che la gente non vede
e farsi accendere la sigaretta da chi vorrebbe spegnercela negli occhi.

Raccogliere la pioggia che cade,
arrampicarsi sul cielo come fosse uno specchio,
chiudere gli occhi e svegliarsi in un altro letto.

Permettere ad un psicologa di trovare la propria forza nelle mie fragilità
e lasciare che la parte più stupida di me continui a pagarla
come una puttana che gira su una Mercedes nera appena lavata.

E nascondere la pioggia dietro un paio d’occhiali da sole,
complicare il facile perchè così non ci piace
e poi mettersi le mani tra i capelli senza saper come fare,
sognare i nostri migliori anni e poi bere per dimenticarli.

Farsi leggere con un bacio quel che abbiamo sulla punta della lingua,
lasciarsi toccare il cuore con le dita senza aver paura,
raccogliere le stelle che cadono per poi prendere a sassate la luna
prima di spegnerla con l’interruttore vicino al letto di Giulia.

Prendere a calci e pugni un distributore di preservativi che non dà il resto,
rientrare in casa e rompere anche lo specchio,
lasciarsi rubare i pensieri e le parole da chi ci legge il cuore senza capire,
capire che la vita non è quella che ci obbligano a vivere
e guidare come un pazzo
a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire.

Lasciare che la notte ci chiuda gli occhi
ed ascoltare il silenzio,
riaprirli per metterci su un paio di parole e farne la nostra canzone
dando una voce alle nostre emozioni.