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Pubblicata il 28/02/2007
Con un boato che li lascio’ perplessi
un attimo ed il ciel tinto di scuro
tremante terra come ribolliva
ad un calore che sparsesi d’intorno


E tutt’intorno cenere e lapilli
atroci grida di morenti genti
che trascinate inghiottite dalla lava
fossili resti rimasero le spoglie


una calca, genti fuggenti dalle case
che ad una ad una spazzate venivan via
lingua di fuoco o infido serpente
strisciava tra le rocce a portar morte

furente bocca che pieta’ non ebbe
scagliando fuori tanto dolore e morte
ma tra macerie e rocce incenerite
non passo molto che vi spunto’ un bel fiore

e tra il dolore ed i resti inanimati
tutto fini chiudendosi le fauci
e s’addormi in quel silenzio spento
solo dal vento che cullava un fiore
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uaou proprio bella.
virginia

il 28/02/2007 alle 15:54

uaoo grazie,ciao

il 28/02/2007 alle 15:58

Molto poetica, questa tua su Pompei - credo - igress!
E l'invenzione poetica del "fiore"...è una vera "gagliardata", del più classico dei ...Sanremo.
Bravissimo.
Un 5 convinto e pieno!

il 28/02/2007 alle 16:41

azzeccato in pieno ,Ulisse sei grande grazie e ciao

il 28/02/2007 alle 16:56

Sai sempre come affrontare i temi tu. Molto bene. Non è che hai paura di qualche maremoto stroboliano che ti annaffi tutta reggio??? :-P Ricordo che quando stavo a Palmi riuscivo a vedere Stromboli col telescopio ed era una spettaccolo eccezionale (ma solo se non c'era eccessiva foschia).
Continua così Igress!

il 28/02/2007 alle 17:08

ciao Marco la paura visto la zona in cui siamo c'e' sempre comunque ........., grazie per il tuo incoraggiamento,un carissimo saluto

il 28/02/2007 alle 17:21

ciao Saaf ,grazie e proprio guardando in tv Stromboli che mi e' venuta l'idea,ciao

il 01/03/2007 alle 06:04