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Pubblicata il 02/06/2002
Tutti gli inferi contenti, col sorriso a pieni denti, mentre mescoli gli intenti, bestemmiando i sentimenti. Propagando al cuore stenti, solo, parli e non ti senti, le ragioni indipendenti, che si perdono nei venti. con le urla da dannato, al dolore affezionato, trampolino sul passato, che si agita animato, da dov'è li conservato, allo stomaco attaccato, e al momento inaspettato, grida a chi si è rinnegato. Pianto a ciò che si è creduto, sputo al falso posseduto, come un uomo che è vissuto, senza essere mai nato. Tutto il dono del creato, un disastro ingarbugliato, rabbia al solo aver pensato, che si fosse meritato. Rotto in pezzi e ormai caduto, senza un alito di fiato, alimento il ghigno astuto, di quell'essere dannato, Che mi scruta e ne fa riso, delle lacrime al mio viso, gode a come son deriso, e con gran sadismo intriso, vuole solo che sia ucciso, (messo bene per inciso.) Piano piano e dolcemente, mentre soffoca la mente, umiliato dalla gente, come vuole il Dio perdente. Con torture atroci e lente, dispensando al sofferente, il caldo abbraccio del serpente. E cosi giorno per giorno, sanguinando io mi adorno, come arde il fuoco al forno, a scoprir senzà ormai scorno, che sta in terra il vero inferno. Prendo posto al grande scherno, anch'io adesso sorridendo, col sicuro che discerno, al corpo che, non è in eterno. Poco conto ha dunque il tempo, la follia ed il sentimento, tutto quello che ora sento, sarà solo un altro vento. Solo cenere di niente, a pensarci è divertente, anche a chi da indifferente, sollazzandosi si mente. Col destino impertinente, mentre gioca apertamente, con le vite del presente.

Anto 17 1Giu2002
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