Ricordo
quando giocare alla palla
era tutto il mio mondo,
quando confinato alla solitudine
di un cortile di cemento,
fra formiche e limoni,
andavo incontro alla vita
senza temere di inciampare.
Ricordo
che un desiderio mi premeva il petto:
sporgermi oltre quel muro di calce bianca
che cingeva la casa della mia infanzia
con la timidezza indefinita e vaga
di un caduco dentino appena spuntato.