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Utente eliminato
Pubblicata il 31/05/2002
A mio padre


Nei vicoli non esiste il tempo
Il sole ci sta poco il giorno è come la notte.
Con le porte spalancate chiacchierano
le comari del pranzo e
delle cose degli altri.
Tutto è musica
piccoli piedi calzano zoccoli consunti
dai lastroni di pietra nera
che coprono la via,
scandiscono un ritmo leggero
che accompagna le grida e le risate
degli scugnizzi di turno
poi saranno zattere alla deriva
nel rivolo di acqua saponata
di chi sta facendo il bucato
è un fiume in piena tra le crepe della via.
Nella aria si sentono i profumi
che il tempo ha lasciato
sulle vecchie mura delle case,
strette la una all'altra
come per sorreggersi a vicenda;
odore di muschio e di vissuto,
fra poco avere e tanto dare.
Lì è anche mio padre ,
accucciato per terra a legarsi le stringhe,
mio padre ancora fanciullo,
coi medesimi occhi e
le toppe ai calzoni
che gli sono toccate dal fratello maggiore.
Fra tanti figli non vi è per lui un posto speciale ,
un giorno vorrebbe trovarlo.
Osserva gli altri giocare sognando il futuro
lo aspetterà,
intanto si alza
e và incontro al vicolo che canta.



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