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Pubblicata il 29/05/2002
Duro è il fato,
ignari quel che la natura nasconde,
quand'è il vivere più dolce,
e più soave quando nel tempo più lieve
giunge il sonno.
Degl'infelici è la sembianza,
e sospirando prosegue il pianto.
All'immatura sapienza il dolore prevale,
la felicità non rise,
con affanni e d'angoscia porta gravido
il cuore verso il misero amore.
Disperando e sperando tra le notti e i giorni,
vanno verso il dubitar e la stanchezza
è miserando il dolore stringe la vita.
Soave e triste porge la mente in riflessione,
di sconsolato pianto fino al sonno
si disciolse.
Benchè nell'incerto raggio del sole non restava
che credere ancora,
un amore sfortunato o fortunato
porgendo nell'infinito giorno.
La vita solitaria preme un affetto acerbo
e sconsolato e misero cade,
l'amore si mostra lontano anche negato ai fati.
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