Nelle sere d’inverno
è bella la città.
Odore di pioggia
che scroscia sui muri
fragranza d’ombre solitarie.
Passanti.
Che sfiorano
appena
la vita.
Per le strade
affrescate di luce
e d’inquietudine
i vicoli
voragini dell’abbandono
mostruosi divoratori
dello sconforto.
La città non è serena.
Nella nebbia leggera
un corsaro delle illusioni
sogna forse
assopito fra i cartoni
pane odoroso e caldo
ma più ancora
un amore antico
(come hai potuto dimenticarmi ?
m’hai lasciato invecchiare da solo)
unico tepore
nello squallido vivere.
Come per me.
Fratello.
E subito
voglia di casa
addobbata di rimpianti
penzolanti dai muri
come ritratti
di ciò che non è più.
Un brindisi
a ciò che resta
con un bicchiere
di solitudine.
Magnifica davvero
questa città
nelle sere d’inverno.
Ma non stanotte.
Fa freddo.
Troppo freddo.
Stanotte.