Per te, sognatrice.

Perché giunto incurvato dal peso
d’un innocente dolore,
m’innalzai con te a fianco:
io, non più di un sussurro
su quest’isola schiusa ai venti
del cuore.

Dì, te ne rammenti?

Perché allungato il pugno
Sulla sabbia dorata toccai
Il mio spirito fatto più dolce.
E tu e la tu mano ben più lontane
tornaste indietro:
per volgervi fino a che punto
la luce vivida battesse,
su granelli fluiti da lineamenti
cosi giovanili.

Dì, te ne rammenti?

Presto o tardi però
Lo inciderò su di un sasso,
ogni conchiglia ne proporrà il clangore:
“Io parto”.
Presso rive meno confortanti,
seguitando le sere a cambiarmi d’abito:
volontà di indossare paramenti rinnovati, avrò
come ora le parole dalla mia parte.

Mi sia dato comunque il tuo seguirmi
ancora
Giacché tra i tuoi sogni tanto aperti
Alle altitudini d’ogni bene
Vi crebbero e permangono i miei;
così
lungo gli stormenti pensieri che lambiscono
ogni flutto novello,
alla sommità del Parnaso che orizzonti di mare
e quelli di terra congiunge,
è lì che destino, dentro al tuo sguardo,
la mia prima rintracciabile
aurora.


Porgo i più sentiti auguri di buone feste a tutto lo Staff di PH,
e a ciascuno di voi; che sia la serenità a regnare, su ogni casa.
Tanti Auguri,
Francesco