La trasparenza delle tende azzurre
conservano alle mura i tepori di questi giorni.
l'uragano malsano e virile
si distende al suolo desolato,
rarefatto,
mantenendo solo le briciole della terra a fargli compagnia.
La luce è inciampata sui vari volti del diamante
concedendogli così quella luce stroboscopica
che rende movimento ed evoluzione anche ad un colosseo senza colonne.

Ho tirato fuori le pupille incandescenti
perchè non vedevo......
il dolore come catarratte millenarie
ne prolifera i germi che irrorano di apatia giallastra
questa partita a biliardo.
Cambierà forse il sound spasmodico
di queste notti dai campi eterni,
cambierà forse la mia pettinatura
avvelendosi di una maschera meno composta magari;
ma il miele che da me si dona a degustatori
affini e sopraffini finirà per ribbellarsi al freddo
togliendomi la tutela di me stessa.

Servirebbero mille lingue
per interaggire con ogni come,dove,
con ogni sagoma viso e candore.
e distillare ogni delusione sarebbe forse il siero
per il morso che ho sul seno.

Masticherò ancora le mie spalle
ritroverò la noia a possedermi in quel gran letto;
mi comporterò come peggio non potrei....
fuori dal mio controllo questa luna riempie i suoi crateri
ogni notte, con le lacrimee mi ci annega dentro
nel battesimo senza fede di chi spera e si promette di fermare questa onda
che sà cullarmi in balzi brevi di passioni ed illusioni ma che mi porta a braccietto contro voglia
all'altare del mio tormento.
Due mani forti ,
prive di un corpo
premono sulle spalle obbligandomi in preghiera
in ginocchio sulla luna ,
ad adular il male che mi sacrifica come cera in questo letto pieno di fiori che non danno festa ne aria al gran ballo della sera.