Fascio di lume svela la cima
dove la vita scoprì la sua prima fede.
Rapide sequenze convergono
dalle mille impronte risorte nella nebbia.
Allungo un arido palmo
che la voce ricaccia indietro con la sete di quei giorni.
Non ti conobbi come potevo, poiché ti seguii
con l’opera muta di un’ombra sottile.
Come lungo un pontile sconfinato
passato e futuro si mescolano a ogni orizzonte.
E seguendolo ne traccio la tua veduta
quella degli attimi che mi diedero pene serene.
Sospirerò ancora, ma il pianto verrà giù asciutto;
non c’è più forma innanzi agli occhi
Che prede d’un letargo nel tempo hanno smesso di vedere,
e parlo come una poesia interrotta, in rime vuote.
Ora e per tutto il domani, resterò quel nome che sbiadito
t’amò nella polvere, sapendo quanto presto t’avrei perduta.