una stella dispersa
e giaccio e non ho meta
ardo e le rosse onde
sono le anime furibonde
sono loro che mi saziano
e lentamente che mi ammazzano
un pianeta con la sua scia
non cambierà quest'anima mia
onde schiumose e pensierose
e si sanno poderose
non capiscono questo fulgore
non comprendono tale clamore
una montagna rude e spigolosa
statico più del sole
e stupidamente con la mia mole
ammutolisco tutto
ma anche io sto morendo
eppure vivo in pace
è una benda che mi conduce
un uomo in fermento
viaggio parto vado e torno
senza dire mai un buongiorno
perchè non distinguo gli emisferi
brillo di fulgida luce
la mia stupidità è accecante
sono più grande di tutto
sono un'esile linea retta
sono un cubo latente
sono più piccolo di niente