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Pubblicata il 28/09/2006
Smettiamo finché siamo in tempo, finché c'è ancora speranza.
La mia anima, sembra una furia imbizzarrita nell'oltretomba.

Ahi, il sole è una rosa, e silenziosi, sembrano i tuoi baci al tramonto.

Mi sento solo, vulnerabile di fronte all'amore .. poi guardo alla luna,
e nella sua bellezza penso a te, dove sei farfalla di sogno? Dove sei.

La tua voce lontana e fredda, sembra una valle ricoperta di nebbia,
e i tuoi occhi, di pianeta, s'aprono solinghi al bacio della mezzanotte.

Ahi, il mio amore mi prende, mi strizza, e mi stende al sole ad asciugare.

Non dirmi quello che già so! sento ciò che sento, come tu prendi e lasci.
Forse non sono io. Forse non sei tu. Forse .. nessuno sa, ma che importa?

Le nostre vite sono milioni di milioni, e sembrano una folta chioma.
Tu hai il candore di questa natura che si rinnova, così vera e semplice.

Per questo non ti amo come si amano certe persone oscure, nell'ombra,
ma ti amo come si amano il sole e la luna, e il pane e l'acqua e il grano.

Il vento sbatte le foglie per terra, e le rame sembrano gementi.
Osservo il ballo delle foglie, e pregusto l'arrivo della tempesta.

La luna, il mar, la terra e un canto disperato. Ecco cosa siamo! cosa diventeremo.
Siamo isole disperse nell'oceano. Luce, ombra acqua e terra mescolate.

Il vento ulula, poi di colpo tace. Ammutolisce un attimo, e poi ricomincia.
Sento i tuoi passi tonanti e vedo gli alberi attenti, e le rame febbricitanti.

Eccoti tempesta! Il mio animo, rassomiglia alla tua pioggia di cristallo,
e rassomiglia in parte, ai suoi occhi di pianeta quando pensano all'amore.

Come sono in festa le rame ingiallite! E come giubila la terra secca!
La melodia della pioggia cala, poi scompare; ma tu, rimani in ogni cosa.

Guardami amore mio! I miei sguardi hanno l'intensità della notte,
e le mie ciglia, bagnate, sembrano il volo del condor. Amor mio non più mio.

Questo sole novello ha la bellezza dei tuoi baci sul collo,
per uno solo di questi tuoi, nacquero la primavera e l’estate.

Tu, ragazza di sogno, calda e taciturna, mi maturi come l’uva al sole.

Ah come godono i vendemmianti! I tuoi baci sembrano chicchi dorati,
e i tuoi seni, di colline olivastre, hanno la fragranza del mosto novello.

Io t’amai, è certo, ma più non t’amo. Come ricordare i tuoi sguardi,
le tue parole dolci, e dimenticare quell’inganno, quegli occhi d’altri.

Io non t’amo, è certo, ma forse t’amo. Come dimenticare i tuoi baci,
i tuoi occhi fissi, per nascondere quale incanto, quale dolce frenesia.

Tu, hai costruito ponti di luna, e un canto disperato sul mio cuore.
In me che c'è il mistero della notte, la passionalità primordiale, il nulla.

Più non sei mia, è certo, ma forse lo sei. I tuoi sentieri di carne,
le tue parole non dette: sono i miei sentieri, sono le mie parole.

La mia anima era un fiore sulle tue labbra, e il mio dolore, quello di tutti, più non è lo stesso.
Benché questa sia l'ultima parola del mio canto, e questo, sia l'ultimo patimento del mio cuore.







tratto dal capitolo "la disillusione" del libro la luna, il mar, la terra e un canto disperato. edizioni il campo
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Ed io che fui “fuoco ridondante”
piano mi spengo appesa, pallida
nella fredda luce del mattino
-che sempre più mi sbianca-
cedendo all’azzurro le mie
impalpabili carni d’avorio e giglio.

Allo sfiorarmi dell’amore
nella sua luce ondivaga
mi nascondo
e più splendente
-poi-
mi ricompongo.

E se, all’amo suo crudele e lieto
uncinai il tuo cuore,fu perché
tu mi vestisti d’un raggio di rubino
e mi destai nell’essere da te il tuo
santuario fiammeggiante e nero.

:-))

il 29/09/2006 alle 18:30

ti adoro

il 29/09/2006 alle 21:42