Pieghe pesanti su ruvida tela
trame di sacchi larghe d’intrecci,
ruvide dita da calli ripiene
ti segna, allungando la mano tesa.
Senza un domani aspetta la notte
passando con scarpe in mente ricordi,
sotto di stracci ripara le membra
sparisce il giorno d’agonia trascorso.
Gelidi soffi di falci taglienti
cuscini di pietra cartoni aperti,
con passo perenne avanza nel cielo
l’ombra del buio cancella la mente.
Le braccia avvinghiate al corpo tremante
sguardo disperso senza confini,
rinchiuso tra muri d’altri paesi
chiuder gli occhi di un povero mendico.