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Pubblicata il 20/09/2006
Vuotata più del solito
la spiaggia di settembre
sembrava un teatro
abbandonato e bellissimo.
Non era niente di più
di una meta per il vento e l’acqua.
gabbiani tra le nuvole
e nessuno sotto.
Un musetto scurito dal sole,
dai capelli corvini,
teneva un lungo filo tra le mani
che andava srotolando.
Attaccato un aquilone.
Refoli di vento governavano
la scultura d’aria e di carta
in una danza aerea,
in scena, sospesa nel cielo.
Un bimbo e l’aquilone
- una sola cosa -.
L’uno metafora dell’altro
espressione della sua anima e dei suoi sogni.
Correva nella sua terra,
davanti al suo mare, sotto il suo cielo.
Ballava sulla sabbia
che sfiorava senza calpestare,… e
l’aquilone si impennava, saliva su per le nuvole.
< - Togli ogni tristezza dalla sua vita, oh Dio - >
Mi ritrovai a invocare.
< - Riempi d’allegria, fai volare il suo cuore
in alto verso il sole,
fai che il suo futuro sia sereno e
colmo d’amicizia e d’amore, e
se credi che ci possa essere anch’io
con lui in quel futuro,
Ti prego fammelo capire. ->


Settembre 2006
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Una preghiera affinchè il futuro di un bambino possa essere come il cielo limpido, solcato da un aquilone col viso pulito e il cuore fremente di buoni sentimenti.
Pensare ai nostri bambini è un atto di grande gioia.
Un caro saluto, mati.

il 21/09/2006 alle 11:19

l'innocenza di un bambino cerca in noi i sentimenti migliori, ed appoggia le nostre ricerche , le nostre speranze nella preghiera di un futuro migliore, anche se infondo lo sappiamo solo utopia...ma in quei momenti è il bambino che è in noi a sognare...
Grazie, Franco!
Lunè

il 21/09/2006 alle 18:45