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Pubblicata il 15/09/2006
ALCOLIZZATO
oggi,l’immagine riflessa nello specchio, ha qualcosa di diverso.
Sul volto, noto il vuoto dei miei occhi.
Sulla mensola di vetro fa bella mostra il bicchiere colmo di whisky.
Gli arnesi da barba sono riposti in modo disordinato,
le gocce di schiuma, oramai asciutte, li avvolgono, l’incuria sovrasta.
I sensi non si sono mai svegliati, non ho motivo per farlo.
Il bicchiere è lì che aspetta, vorrei resistergli ma la mano è più veloce del pensiero.
Il sollievo che provoca è momentaneo,
guardo già la bottiglia che sfoggia sul tavolo, in cucina.
Non la divido con nessuno, immerso nella solitudine.
Le bottiglie svuotate sono sparse nel disordine della mia vita.
Piango, rido, canto, ballo, penso al silenzio che mi circonda.
Trascino il corpo per le stanze che salutano il mio passaggio.
Il mondo, il mio, è in quel fondo scuro e vuoto della bottiglia.

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Un'analisi troppo lucida x un vero bevitore...comunque complimenti x il quarto e quinto verso...davvero sublimi...

Un bacio.

il 15/09/2006 alle 14:27

scandagli una periferia dell'umanità sofferente, lo fai con tatto, con senso acuto delle cose così come appaiono ai suoi occhi..molto interessante e importante...francesco

il 16/09/2006 alle 00:13

La tua lirica è molto interessante, esprime molte emozioni: la consapevolezza di una vita sprecata, il momentaneo sollievo dal dolore provocato dall'alcol, il senso di colpa, la debolezza del vizio, la rabbia.... un alcolista in crisi, al bivio: forse sta per smettere di bere. Bella. Ciao. Marina

il 17/09/2006 alle 10:52