PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/09/2006
Dalla schiva finestra
oggi dischiusa
il gocciolio d’un sole malato
accudisce comunque
la tavola
e questo pasto
così rintanato.

Lente e stinte mestolate
tu madre, tu madonna della casa
a preoccuparti ogni volta
che nulla si bruci
che si conservi ogni fare.

“Chiama gli altri, che ci siamo quasi.”
M’ha punto una
scheggia di tempo, mamma.
Sento, ma non m’avvedo ancora.
La sedia a capotavola
quando l’avete tolta, l’abbiamo tolta?
Di lì la domenica ricordo
non c’era bisogno
di chiamare nessuno;
tutti erano pronti
che papà voleva così
rincasando dal turno dell’una.

“Ma si può sapere che fanno, dove sono?”
Non so; vero è che tutti son dispersi,
immacolati i coperti,
che la domenica non è più
giorno nuovo, cosa loro.

“ Insomma: tutto si sta freddando.”
Quanto ciò che dici
è sconforto per me,
che speri di non saperlo mai vero.


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Quella scheggia dolorosa ti pungerà per sempre.
Fa' che diventi dono per arricchire la tua saggezza.
Una poesia del ricordo che torna indietro tra le scene più belle del tuo tempo.
Un abbraccio, mati.

il 10/09/2006 alle 15:01