La pazienza d’una foglia stando in piedi
allo scroscio d’una nube flette
perché la goccia timida strusciando
sotto la nera tovaglia
scriva del sole cacciato via
dai grandi cieli trasparenti l’emozione
dove si spalanca stropicciata l’aria.
Mi precede all’inatteso e al limitare che muta
l’osservare fremere i vetri della stanza.
Si spalanca e lascia andare le lettere in gocce.
Un’infine nel pensiero quelle grigie macchie al bianco.
S’apre il mio diario ad appuntare ogni voce
contro il cielo d’azzurro avventato.
Sfila un gomitolo di vento.
In una frase gli occhi che corrono al silenzio.
Espandersi.