Sono come le nuvole alte del cielo
quelle che tocchi solo da un aereo
quelle che vedi di rado, così, per sbaglio.
Sono come i petali di una margherita nel vento
quelle dei campi d'erba da pascolo
quelle quasi banali, così, piccole.
Sono come il luccichio di occhiali di vetro
quelli addosso a vecchie signore
quelli che se cadono si frantumano in mille pezzi.
Sono come il profumo di un libro di York
quello che senti appena leggi la prefazione
quello che scompare appena prima della conclusione.
Sono come il bicchiere di plastica mezzo pieno
quello che sorreggi ad ogni piccola festa
quello che vedi, così, quasi schiumoso.
Sono come la corda di violino appena strappata
quella che ti riduce una sinfonia in errore
quella che non puoi far altro che buttare.
Sono come il letto di una monaca di clausura
quello scomodo come se fosse di pentimento
quello che non sente altro che peso e preghiere.
Sono come uno scrittore che non sa cosa dire
quello rinchiuso in un locale puzzolente
quello che se solo potesse, sognerebbe.
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