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Pubblicata il 17/08/2006
Siamo di plastica bottiglie
che la corrente sbatte tra le rive
d’un ruscello che ci porta a valle

Tu se’incolore com’io pure
e sol prendiamo d’iride i riflessi
di quei che sono a noi di fuori

E quel che sembran nostre idee
son solo il riverbero del sole
che l’acqua trasluce dentro noi

Eppur mentre corriamo t’amo
e quando m’urti ne gioisco
anche se preferisco
quando siamo fermi nella stessa pozza

Lì osservar ti posso da vicino
ed anche accarezzare qualche volta
mentre, giravolta, il vento,
intorno a te, mi fa ora fare.

Così scambiandoci l’abbracci
ci dirigiamo a quella foce
dove nel grande mare
saremo solo bottiglie da buttare.

orlandopaladino
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E' bella e originalissima per la metafora, che propone un tema nuovo, tipico dell'era contemporanea e del consumismo. Bravo.
Ciao, Daniela

il 17/08/2006 alle 16:51

E' molto bella, ma non solo. Un buon lavoro artigianale, meticoloso, raffinato e una buona poesia da incorniciare e poi, dopo averla letta, il cuore non può che gorgogliare. Ciao

il 17/08/2006 alle 22:49