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Pubblicata il 14/08/2006
Se un giorno non hai quelle strane voglie
non dare la colpa alla tua povera moglie,
se un giorno hai problemi e problemi a iosa
non farli pesare alla tua dolce sposa,
se non te la senti di dare consigli
non trattare male i tuoi incolpevoli figli,
se il tuo malumore non conosce confini
non sgridare i tuoi innocenti bambini.
E allora che fare, come comportarsi?
Rifletti e troverai la tua catarsi:
se proprio non ti va di usar la memoria
concentra la testa, inventa una storia,
un domani magari diventerai importante
e potrai dire a chi ne ha scritte tante:
ne feci una anch’io un giorno,
gliela racconti e poi te lo togli di torno.
Una storia – quale storia? – Come trovarla?
La fantasia c’è, ma non so sfruttarla
e poi fiabesca o verosimile la devo fare?
Sono così tanto le cose che potrei raccontare…
Ecco, me n’è venuta in mente una,
è un po’ idiota, però mi porterà fortuna,
è la storia di un perdente senza futuro
che facendo la spia ebbe un lavoro sicuro.
Il perdente era sporco, disoccupato e in bolletta,
non aveva niente, ma andava sempre di fretta:
girava da un posto all’altro cercando il suo Io,
era di sinistra e non credeva in Dio.
Forse per questo era un poveraccio:
chi è ateo è considerato uno straccio
e nessun perbenista si sognerebbe di pagare
un lavoratore che non si inginocchi a un altare.
Poi all’improvviso tutto cambiò:
nell’azienda del perbenista qualcuno gridò:
«al ladro, al ladro, mi han derubato!
Qualcuno stanotte di soppiatto è entrato
ed è fuggito senza lasciar testimoni,
come trovare chi ha fregato i milioni?».
Il povero allora andò nell’azienda
e disse: «mentre montavo ieri la mia tenda
ho visto un tizio fare quella strada
che porta nella zona che è stata svaligiata».
«Chi diavolo era»? Chiese il principale.
«Ma, assomigliava al padre provinciale…».
«No, non è possibile, quello è un prelato!».
«Ebbene, non è capace di fare un reato?»
«Tu sei ateo, come starti ad ascoltare?».
«Io non credo, però so guardare ».
«Ma, controlliamo, però guai se mi inganni!».
«Tanto non ho niente, cosa mai puoi farmi?».
E le guardie andarono a casa del prete
e trovarono tantissimi soldi e pochissima fede,
il riccone allora assunse il poveruomo
chiedendogli assieme scusa e perdono.
Ho raccontato questa storia e non ho fatto male:
chi mi conosce sa che non sono anticlericale,
ma è un dato di fatto che a mangiare
sono sempre quelli che invitano a pregare,
non mi aspetto il «bravo», né il «sei in gamba»,
spero però che nessun se la prenda.
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simpaticissima!!! Ti va? ciao

il 16/08/2006 alle 10:52

Il mondo è pieno di sorprese, poche ci meravigliano, molte ci deludono!
Ciao, mati.

il 16/08/2006 alle 11:29