Una notte incantata, persa
in un ribollire assiduo di corpi
dall’azzurra superficie.
Mille parole che c’incantano.
La voce calda, suadente di chi
la vita è orgasmo e ghigno.
Prima i giochi, gli ardori
e poi l’inerzia.
Sentire l’universo pulsare,
stare in una sua vena,
danzare nel fluido del Tutto.
Credere a un Dio senza barba,
immaginarselo in una mosca.
Bestemmiare di felicità.
Precipitare di gioia.
Urlare di dolore.
Cantare.
Amare.