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Pubblicata il 06/08/2006
No ai piagnistei, ma nemmeno lo sfrenato agonismo,
stop al cullarsi sul presunto De Coubertin, ma anche al vittimismo
e non accetto neppure le vittorie che sanno d’indifferenza
o l’atteggiamento di chi considera la sconfitta come una scienza.
Ma poi mi guardo e so che anch’io ho fatto tutto questo,
a volte poco, a volte tanto, a tratti fiacco, a sprazzi lesto
ed è lo stesso discorso del “perbene” o dell’opposizione,
del conformarsi, trasgredire o fare la rivoluzione.
Quanto spesso è la via di mezzo che attraversa la nostra vita:
prendiamone atto e non consideriamola mai finita,
c’è sempre da fare e da dire e c’è spazio per rialzare la testa
anche quando sembra che gli altri – o noi stessi – ci hanno fatto la festa.
Solo l’orgoglio ci salverà e i rapporti umani compartecipati
e un che di inspiegabile che ci farà ripartire quando saremo già fregati,
perciò non rassegniamoci mai e che i momenti no siano riposo
in vista di un traguardo che, ora lo so, è davanti, non a ritroso.
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E' coinvolgente, ben articolata:bravo! E ora, dopo il riposo, continuiamo...!!
Buon lavoro,
Daniela

il 14/08/2006 alle 18:01