E non ho smesso d'andare
Subìto amore
conquistò i nostri sensi
e la mente invase col sangue
e la ragione
E fu passione
Il mio tenso volere di pietra
era granito d'ansie represse
scoglio scheggiato
da tempeste e diluvi
da bombe esplose sul porto
sommerso d'alghe e risorto
da mareggiate d'angoscia
tra spume d'astio e relitti
irto come l'artiglio era
della mia casta dura
d'uomo di mare
ma d'improvviso
in quel mio anfratto consunto
appena con un sorriso
penetrò l'onda quieta
della tua dolce insistenza
Imprevista presenza
uragano inatteso
bagliore d'un sole nuovo
Vana la mia volontà di restare
la convinzione mia innata
un pugno serrato con forza
denti stretti e pensieri
come argilla corrosi
dal tuo volertene andare
strappandomi dalle radici
Non bastarono
l'unghie graffianti dei miei
in disperata difesa
parole chiare e tormenti
incomprensioni
pianti e rimpianti
e poi spenti sgomenti
Tutto finì sulla soglia
di quella porta socchiusa
che s'aprì al vento impetuoso
della tua decisione
della nostra illusione
Non so dire
quanto il destino
possa forgiare il cammino
So che il mio peregrinare
iniziò il giorno che t'incontrai
E non ho smesso d'andare
VITTORIO FIORAVANTI
Caracas, giugno 2003
* * *