Le speranze in circolo a dettare un ritmo
eufonico ma incomprensibile, vicino eppure irraggiungibile,
la voglia di andar via o di restare, magari affermativi
e poi scoprirsi a metà, non ancora morti ma neppure vivi.
È un gioco, solo un gioco, ma se lo vedi bene è la realtà,
a tratti è il fruscio di un suono, a sprazzi un brusco cambio di tono:
è il girotondo dolce e crudele della follia, forse è anche amore,
per alcuni il dolore di un aborto, per altri l’aborto di un dolore.