Arranca confidente un gabbiano
per poter seguire pareti d’acqua
sulla scia di qualche peschereccio.
Una voce adesca gelando lisce ali di farfalla
e calde zampe d’un gatto
seduto in una barca in secco.
Una vela nel silenzio mente al vento
che qualcosa in credere ruota
come il timone alla stella polare
quando trabocca il magnetismo lucente.
E al limitare c’è sempre l’orizzonte
come traguardo all’inatteso ma forse.
A leggere tra le braccia gratitudine
s’impara l’emozione in piedi
che si sveglia o dorme.
La fine è il sogno.