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Pubblicata il 21/07/2006
Dove il ballo deviene un sogno
il preludio in f diesis aspetta sotto un'ottava
poi un’altra
imitazione d’avorio segue
sente il suono arriva
con una diversità al grado
le sue labbra sono leggeramente separate
le mani estese per suonare l’andantino
un dolore fisico che può essere allievato
per l’acqua fresca che scorre sopra le dita
un’accelerazione capricciosa
che si trasforma in una flessione melodica
inondando gli orecchi degli ascoltatori
con una lingua che accarezza
in un gioco sinuoso
il più che possano desiderare dimenticare
dove l’indomani si trova
la pianista sostituisce ogni chiave con la nostalgia furtiva

Il preludio è stato suonato proprio mesi fa
scivola e brilla
la musica parla
il pianoforte nella sala di concerto
un lustro di palissandro brasiliano sfolgorante sotto le luci
che proiettano dal soffitto
e ballano su una siluetta
che cosa discende come un trillo dalla scatola di musica?
un modo di vivere
un bordo scanalato d’una cantilena sul davanzale
sua cadenza espressiva colpisce una vibrazione verso il finale
l’uditorio sogna il crescendo che si avvicina
la pianista leva gli occhi in un rapimento
quelle goccette di sudore che brillano sulla faccia
ora strascicano ad una tasca di gioia abbandonata
e quando l'ultima nota passa sopra la sua spalla
la malinconia si sbiadisce in un sollievo distante

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Belle le emozioni di una donna-pianista, in un graduale crescendo invadono l'anima.
Ciao, mati.

il 22/07/2006 alle 18:31

immaginificamente dolce e suadente la musica della tua mente...

il 24/07/2006 alle 15:20