complimenti per la resa serica di questi versi, che vagano d'un delicato volo...francesco
Ed io che fui “fuoco ridondante”
piano mi spengo appesa, pallida
nella fredda luce del mattino
-che sempre più mi sbianca-
cedendo all’azzurro le mie
impalpabili carni d’avorio e giglio.
Allo sfiorarmi dell’amore
nella sua luce ondivaga
mi nascondo
e più splendente
-poi-
mi ricompongo.
E se, all’amo suo crudele e lieto
uncinai il tuo cuore,fu perché
tu mi vestisti d’un raggio di rubino
e mi destai nell’essere da te il tuo
santuario fiammeggiante e nero.
Dall’urna d’avvoltoi che roteava
in cielo a un nido sull’onde
di gabbiano-mi piegai- in spirale
diletta mi armai,in ascensione
che ha la forza limpida e pura dell’acqua
sospinta in fragore nuda fra la roccia.
A mischiarmi-poi-
indefinitamente mischiandomi-poi-
nella pace e dolcezza di farmi pesca,
nube, al tramonto-rosea e rossa-
in sciogliermi a piovere in gocce,
e lacrime di voluttà infinita.
dove l'amore
tende le ali e il vento
si fa suo servo e
tu mia splendente
stella, rimani al di sopra
del mondo.
:-)))))))))))))))