Lirica di Vittorio Fioravanti
Sull'onda greve di rifiuti
riflesse strisce chiare di luci
Argentea vi scorre breve
e sottile la prora
d'una lucida gondola nera
Lembi infranti di nebbia
dalla deserta sponda
oltre il ponte proteso sull'acque
e l'aperta consunta ringhiera
V'approda l'ansia del prete
macchia rossa allungata sui muri
la mano mossa a condurla
tastando ogni incrostazione
Lo seguo a occhi chiusi
Sommersa nei miei pensieri
l'emozione freme sui passi
suoi cadenzati come le note
che modulano quell'andare
nella Venezia di ieri
Vibrazione arcana
d'un estro armonico
espresso in assoli vivaci
che avvolgono un suo gesto
col braccio alzato
nell'aria densa d'umori
mentre vi scava i rilievi
sul volto a stento svelato
una lampada appesa
nella bottega accesa
sulla calle ristretta
Riconosco
nel suo affilato profilo
la folle luce delle pupille
sprizzanti trilli
di virtuosi violini
e squilli alti di trombe
Un pugno solo
d'attimi d'immaginazione
e lo perdo fra l'ombre vaganti
nel dedalo del sestiere
dietro varchi rinchiusi
oltre un campo a San Polo
Vivaldi vi s'allontana
sfuggendo al mio sguardo
svanendo nell'antro immenso
risuonante d'euforici archi
in quello Spazio suo
fermo nel Tempo rappreso
Caracas, settembre 2005
* * *