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Pubblicata il 16/05/2002


Cela gli occhi tuoi dagli sguardi crudeli,
quegl’occhi che fecero dell’anima un fagotto da gettare,
e di te un manifesto d’orgoglio.
Nascondi il tuo urlo alle orecchie invadenti,
ai tumulti del tempo e grida invece alle innocenti anime
che sorridono d'una lacrima.
Apri il cuore a chi il suo regala per la certezza d’essere e non apparire.

Ti troverai, allora,
nel tuo rifugio non più solo,
bensì accompagnato da frastuoni che per le tue orecchie
saranno melodie d'un tempo andato quando il tuo grido
era la voce solista del coro e le ali ignare del proprio peso,
ti trasportavano verso sogni cui volevi rubarne il nettare.

Non sarai più solo,
non griderai più invano.
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