Lirica di Vittorio Fioravanti
Arabesco di pietre biancastre
decorate nell'arco del tempo
trine e merletti di spuma
sestieri sfatti di gelatine
scolorite d'ocra
Tra nere ringhiere di ponti
tremano tetti e balconi
su màrcide fondamenta
invase da molli cadenze
d'un ballo in maschera
variopinta frutta candita
confetti sgretolatisi tra le dita
e sparsi nell'aria
come coriandoli di neve
Riquadri d'acqua ferma
dove l'ombra del doge
specchiò il suo andare
ridisegnano profili inquieti
di chiese e palazzi d'oro
Il Bucintoro
scorre in fondo alla piazza
come una pazza illusione
lungo muri erosi dal pianto
tra pali dipinti a strisce
d'alghe verdi e riflessi
scivola muta la gondola
che mi sospinge
Una voce manda un richiamo
e s'alza un volo improvviso
d'ali di luce nel campo
attorno al pozzo bianco
di marmo consunto
La calle è sgombra di passi
mentre resto in attesa
nell'ombra del sottoportico
che dietro la vetrata
raggiunta furtivamente
lei mi mostri il suo viso
E per un solo momento
in quel breve sorriso
sia mia
* * *
2003
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