PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/06/2006
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A mio Padre morto a soli 59 anni, Palermo, dopo
una brevissima ed improvvisa malattia
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Fu chiaro a tutti quel giorno.
L’evento inatteso s’era svelato,
agli angoli delle stanze buie
apparve la sorpresa, smarrita.

Un segmento di storia scese
dalla massa grigia del tempo
sotto forma d’inatteso destino.

Sbigottì la nostra quotidianità,
fiume uniforme d’ozio silenzioso,
atterrita dall’oscura minaccia.

Lui stava, come ogni giorno,
sulla torre altissima del suo orgoglio,
perché c’erano falle minacciose
a rendere pericoloso il ritorno.

Dall’alto scorgeva gli uomini grassi
ognuno col suo territorio nudo
ognuno con la sua cieca violenza.

Nessuno volle aprire la porta
al destino dal passo troppo lento
così tornammo tutti bambini
per poterci ancora meravigliare.

Mia madre non volle cucinare
in segno di confusa protesta;
ognuno di noi accettò la sconfitta.

Il soffio freddo di quell'attimo di tempo
ci trafisse con la punta d’un istante.
Qualcuno gridò, altri guardarono l’ora
cercando il calendario di seta.

Dal suo trono Lui vide passare
nere cicogne dentro nuvole grigie
mentre ricacciava la solitudine
tra le onde cobalto di Capaci

Tutti sapevano, anche i pesci
accorsi curiosi fino ai bordi
delle piccole insenature rocciose
tutti videro le nere cicogne
volare in formazione ordinata

Tutti sapevano, Lui no.

La morte conosce i segreti
delle menzogne pietose
sa che il dolore arriva per ultimo
quando la tavola è sparecchiata.

Mio Padre stava spingendo i traguardi
verso la cima più alta dei sogni
mentre la nera signora aspettava
che tornasse dalla torre dei suoi orgogli
per rubargli speranze e la strada del futuro

Tutti sapevano
tutti gli estranei alla Sua morte imminente.
Solo Lui non la riconobbe per tempo.
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essere testimoni della propria morte, vivere sapendo che ci sta accanto ed accoglierla sorridendo...chissà forse lui sapeva, solo ne aveva paura ...la paura non fa vedere, ammanta tutto di nero

il 15/06/2006 alle 11:20

conosco il gelo di certi momenti, vissuti con la speranza che tutto fosse solo un incubo, invece era triste realtà...ti abbraccio.

il 15/06/2006 alle 13:46

Bellissime parole di cuore x descrive l'unica condizione certa della nostra esistenza..la morte!!!
esprimere il dolore con le parole e la migliore medicina..
Le tue poesie sono tutte stupende..
La tua amica Lamu..

il 15/06/2006 alle 13:52

Leggere e lacrimare è un tutt'uno, perchè ci porta a ricordare, a vivere questa esperienza dolorosa che tu hai saputo raccontare nei dettagli.
Penso che Lui avrà riconosciuto i passi della dama in nero, ma fingeva di non sapere, sperando col suo coraggio di dare conforto a tutti quanti lo circondavano di affetti e cure.
Un saluto, mati.

il 15/06/2006 alle 22:44

"Tutti sapevano
tutti gli estranei alla Sua morte imminente.
Solo Lui non la riconobbe per tempo. "
Caro Giuseppe,la signora dal mantello nero...arriva quando vuole.".per rubare speranze e la strada del futuro."a chiunque!Dobbiamo saper accettare il momento, del trapasso!...Con stima ,saluto. Dora








il 16/06/2006 alle 12:21

Grazie Dory, certo che è così......
Giuseppe

il 19/06/2006 alle 11:48