Un abete piccin, piccino,
sopra i monti dei grandi laghi,
chiese un giorno al suo vicino:
Perché ho foglie come aghi?
Tutti gli altri che conosco
Hanno foglie grandi e belle,
Invece io qui nel bosco
Le ho piccine e stenterelle.
Oh Abetino! - disse l'amico -
Me lo chiedo spesso anch'io,
E lo sai cosa ti dico?
Forse lo sa soltanto Iddio!
Ma l'autunno arrivò lesto,
E le foglione colorate,
Il ventaccio strappò presto,
e le piante lasciò spogliate.
Mentre gli aghi dell'abete,
Piccolini e resistenti,
Non sentiron fame e sete
E non caddero ai quei venti.
Arrivò il mostro inverno,
Con la pioggia e le bufera
E col ghiaccio fu un inferno,
Anche neve, cadde una sera.
Si svegliò un bel mattino,
Con i rami tutti imbiancati,
Restò sorpreso l'Abetino
Di non sentirseli gelati
E capì che quegli aghetti
Trattenendo, ognuno, un fiocco,
Così "cuciti" stretti, stretti,
Si eran fatti un bel cappotto.
Gridò l'abete: Avete visto?
Mamma natura è premurosa!
Ad ogni cosa da il senso giusto
Ed ha un posto per ogni cosa!