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Pubblicata il 29/05/2006
Nemmeno il mio corpo
ha più nome nel nosocomio
dei miei replicanti d’argilla
e stringe loro la mano

Le mie cosce tese
s'intrecciano al nulla
(sono ancora i tuoi artigli
a custodire il mio sogno)

E sulle mie ciglia
è un tripudio di luce
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C'è molto dolore nelle prime strofe, ma quella luce sulle ciglia rappresentano un barlume di speranza. Molto bella. Marina

il 29/05/2006 alle 13:04

Più che speranza, quella luce è "la mia parte", ciò che comunque mi resta.
Grazie Marina!

il 29/05/2006 alle 14:00

Immagine che si muove tra il ricordo e il desiderio, la promessa, la passione..ne vien fuori un'apertura sul vallo dell'attesa...ciao cara elena..fra

il 29/05/2006 alle 23:12

Caro Fra!!!
Te l'ho già detto una volta che hai poteri paranormali!

il 29/05/2006 alle 23:16