Lastre pungenti, violente, s'incrinano sul volto
architetti di onde su sfondi di creste
continuano a rincorrersi impazzite
unite in danza d'amore
s'accasciano stordite sul molo,
ormai esaurite ,
ricordo bianco di spuma che brucia
su vecchia dimenticata scotta
E parlano la mia lingua
non compresa neppure dalla tua bocca
Trattengo tra le mani alcune lacrime
e imbrogliate ciglia
in equilibrio su quella riga immaginaria
chiave forse, di pensiero.
Impossibile riordinare rami di mimose
e sputo un finto sorriso
tra mille petali sospesi
e zucchero cospargo come
"Il folle" profeta ottimista,
invitando il vento al bar a bere qualcosa.