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Pubblicata il 15/05/2006
Un Grazie alcolico
sulla firma bagnata ed unta
di una serata catartica
affine ai tuoi gusti,
alla tua voce misteriosa
ovunque
risuonante in tempi passati,
utili a ricordare piacevolmente
fatti e misteri
di lontani amori.

Un Grazie alcolico
sorridente e adorabile il tuo,
come cercare la bellezza
ovunque, noi, cerchiamo.
Suoni, canti, esprimi,
ovunque
e noi comuni tuoi affini
a cercarla con te, mano nella mano
e quella libera
ad acchiappare fumo grigio.

Un Grazie alcolico
dopo un assolo
come un monologo
ripetuto con voce accademica.
Invece dei gessi, l'alcol
invece di lezioni, note.
Voce risonante quasi originale,
movenze brille e sorrisi sparsi
incoraggianti come il sonno
concepito in quella stanza, solo.

Un Grazie alcolico
alla ricerca della tua armonia
per capire alcune cose,
come davanti al tuo specchio
o mentre urli nel tuo consono
orgasmo.
Alla completa scoperta di carta
e matita appuntita, scarabocchiata
su tele, su testi, su sogni,
o comunque ci proveresti.

Un Grazie alcolico
comunque me lo hai dato
senza la birra, ma con il vino
in parole, ma senza tatuaggi
spettinato, ma elegante
parlando, ma cantando.
E quel basso, tossito
dalle troppe sigarette da cui sei partito
con quel fumo, che noi, nella bellezza
abbiam cercato accattivante.

Un Grazie alcolico
tristemente casuale
consono al tuo stile da magro ossuto
desiderato, non si sa come,
da ventenni e più vecchie nostalgiche,
poeta maledetto di intensi accendini
nel capitolo 3 della tua storia
in bianco sporcato.
Sempre alla ricerca di
voci scribacchine e corali alla tua principale.

Un Grazie alcolico
spontaneo? forse si, ma dimmi
e poi?
Forse è la chiusura per sentirti
come eri ieri con Lei.
Chissà se fosse stata la prima, magari
sarebbe si stato sincero,
magari da più lontano senza sentire
quel tuo odore sudato, quasi paterno
come chi alle spalle ti vede.

Un Grazie alcolico
trasformato e imbachecato
assieme a fotografie, dipinti e sorrisi,
vecchie amicizie e finte sinfonie romantiche.
Sei stato sperato, ma eco lontano
da quella tua staffa da microfono
in divani nuovi color zucca holliwoodiana.
Basterà a quietare le mie sparanze?
Te lo sei chieso, ammettilo.
Eppure sono ancora qui, a scriver di te.

Perchè questo
è il mio Grazie alcolico
verso te.
Sembra forse eternamente l'ultimo
di una lunga serie che tu mai leggerai.
Ascolta quel ritmo che io sento ora
e vattene lontano
affiancato da quella voce straniera
nera, bella come la bianca neve sporca.
Bianco Sporco, si, ancora.
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