Passo indistinto tra casupole all’aperto
che annegano i loro profumi
Di stoviglie e detersivi
Sulla gigantesca macchia cittadina
Spoglio quadrati di finestre
E gente pallidamente affacciata
A mirar sequenze di tramonto
E svelando una tenda ventosa
Lo sciame di una casa livida e impedita
Sbatte persiane e silenzi al mio arrivo
Chiamo a raccolta
i battiti presenti
e l’anziana signora si sporge immalinconita
lunga croce su nera maglia
occhi calpestati dalla fuga improvvisa
di figlia scontenta
Si ferma a
raschiare il fondo di un secchio unto di
scivolose lacrime
Accanto a lei
Sbattuto per terra
Un seggiolone svenato dalle grida
Di un bimbo solo e irrequieto.”