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Pubblicata il 24/04/2006
Vi è un’unica morte che vale per tutte
un lasso di tempo che si espande oltremodo
disguido di parole che ha un senso ineccepibile
Non parlo più così bene come un tempo
Ma puoi capirmi più di prima
Capo poggiato a una mia spalla, assorta in ogni forma,
per ogni via
segui i miei pensieri
scroscio incantevole
Puoi sentirti, e come mai oserai fare in eterno
Una morte che rende vivi perché viva è la sua essenza
vivo il desiderio
Viva per sempre la carne!
Poi mi volto ma senza scorgere altro
I tuoi tratti indistinti
Il tuo ventre più denso, di nuovo candido
Avrai cura di me
Amerò solo te
Qualcun’ altra parola che ci sforzeremo d’inventarci
a cui ancora daremo un senso
E poi infine torneremo, è così
A vivere questa morte
che sempre e ancora
Vale per tutte
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affascinante...malinconica...rassicurante....enigmatica....originale nel fondere l'inizio e la fine...senza indicarne il principio....molto bella

il 25/04/2006 alle 23:57

Una poesia veramente fantastica.. almeno secondo me! Conosco questa sensazione.. trattasi cmq di una cosa molto personale.. diversa forse a seconda di chi la vive..
Il passo che più mi è piaciuto:
"Non parlo più così bene come un tempo
Ma puoi capirmi più di prima"
Un salutone.

il 26/04/2006 alle 01:26

Cerco sempre di dare il mio meglio per accendere più emozioni, come quelle che hai descritto, evitando itinerari precisi. A quanto pare, hai fatto tuoi questi versi...
ciao
grazie

il 27/04/2006 alle 11:35


E' il passo che mi permette di risponderti con queste poche parole...
un abbraccio

il 27/04/2006 alle 11:37

...ben lieto delle tue parole.
credo tu abbia colto in pieno il segreto di questi versi. forse della poesia in generale.
un saluto sentito

il 24/05/2006 alle 07:11