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Utente eliminato
Pubblicata il 05/05/2002
In una notte terrificante,
Tra il fragore dei tuoni,
Presso la tomba della sua Amata
Giunge l’Inca con lento incedere.

-“Per il mio amore e le mie pene,
Non esistono sospiri né lamenti
Nello strazio dei vivi
Né nella voce del cimitero.

Voglio piangere lacrime
Che oltrepassino rocce e ghiacciai;
Commuovere coi miei gemiti
I vivi e i morti…”

Scava l’Inca nella tomba;
E, dalle spoglie funebri,
Nell’incerta luce del fulmine
Forgia lo strumento musicale.

L’Inca libera il suo pianto;
E, alle lacrime di fuoco,
Si addolciscono le dure rocce
E si sciolgono i ghiacci.

L’Inca suona la Quena;
E, alle lugubri note,
Versano lacrime i vivi
E sussultano i morti.
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