Avevo tra i capelli rosine di maggio;
gonna a campana
maglietta di perle.
Stringevo un giovane vestito d'azzurro,
aveva nel mento un pizzetto per vanto.
Danzando le note argentate
che il disco graffiava in quel luogo prestato
-Sei tu la più bella- sussurrava al mio orecchio.
Dubbiosa, sottecchi, scrutavo il suo volto,
sfiorò le mie labbra come un tocco di vento.
Ogni giorno
speravo potesse tornare
quel soave volare di giovani sogni.
Di candide vesti era lo stupore
per quell'atteso, insperato, -primo amore-.