PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/03/2006
-Bene Ibrahiim se sei pronto cominciamo
- Ok, ma io non so scrivere poesie
- Non deve essere una poesia. Scrivi ciò che hai dentro
Hai la più completa libertà
-Va bene, anche se..
- Ibrahiim, nessuna paura. Coraggio, amico mio

Ok.. sono stanco di dover dimostrare che sono
uguale agli altri
Stanco di quelli che mi salutano come amico,
e poi si girano e mi gridano torna al tuo paese, negro
Stanco di quelli che mi scansano con rabbia
Quando mi avvicino loro con fazzoletti e accendini
Sono amareggiato,deluso
Sono partito per sfuggire alla povertà
Ma qui sembra andare peggio….
E dormo al freddo dell’indifferenza
E nulla mi chiedono e nulla mi danno
Solitudine nel cuore e nel corpo
E poi..quasi nessuno sa dire Ibrahiim…
(No ancora no)
Mi chiamano col nome della mia pelle
come se fossi nemico della loro…

- Ibrahiim, non piangere ti prego
-Francesco, non so se ho scritto bene
aggiungi qualcosa tu

- No caro amico, non serve dire altro”
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La diversità colta non come arricchimento, l'integrazione che stenta a decollare, temi che sono presenti nella nostra terra e che tu porti alla ribalta con la tua solita delicatezza.
Anche la poesia serve a portarci verso l'umanità che soffre e tu lo fai con cuore generoso, un abbraccio, mati

il 04/03/2006 alle 12:12

La tua poesia mi tocca molto il cuore...
é molto ingiusto quello che succede, le persone di colore non dovrebbero sentirsi diverse, non è affatto giusto...
Non si può mica scegliere il colore della pelle...
e poi, conta quello che c'è dentro e non l'abito..
Grazie di avere proposto quest'argomento...
Saluti
Antonia

il 04/03/2006 alle 13:41

Un messaggio generoso che molti dovrebbero cogliere, per far si che l'indifferenza scivoli via. Con affetto

il 04/03/2006 alle 16:05

grazie a tutte voi per la vostra immancabile attenzione e per i vostri dolci commenti...con affetto francesco

il 04/03/2006 alle 19:04

impostazione originalissima di un'ispirazione;
provocatoria quanto basta;
tre etti di realtà;
un etto di amarezza;
un etto di zucchero a velo;
pizzichi d'amore e poesia a volontà;
stemperare il tutto e mettere in forno.
Questi gli ingredienti della tua ricetta, d'una riuscita pietanza agrodolce.
5 stelle allo chef!

il 05/03/2006 alle 09:36

ulisse mi sorprendi sempre di più...tal inventiva che metti nei tuoi commenti è l'agrume ideale da cui spremere litri e litri di poesia...e allora fallo caro amico...ti ringrazio sempre...ciao fra

il 05/03/2006 alle 12:20

grazie Francesco per il tuo desiderio di libertà cantato nel modo più semplice e naturale. Un successo per gli Ibrahiim che si sentono soli e senza amore. Resi

il 05/03/2006 alle 19:06

... ed io ti sono debitore, per il dono che mi fai: la TUA Amicizia!

il 05/03/2006 alle 20:15

grazie resi, speriam di apporre un tassello di speranza e solidarietà in ogni cuore...ciao fra

il 05/03/2006 alle 22:44

e non serve dire altro davvero!!!!!
se non grazie a te per aver messo in luce i tremendi disagi degli immigrati, dei loro sacrifici, del loro essere reietti troppe volte fra l'indifferenza e la cattiveria.......................no, non mi sento davvero di aggiungere altro.......
daniela.

il 06/03/2006 alle 22:29

sempre grazie daniela..è un tema importante che spero possa esser dibattuto in altre poesie...con affetto fra

il 06/03/2006 alle 22:55