…
niente mi appartiene
nemmeno l'ultimo respiro
fatuo di una stirpe
zingaresca,
fui larva, belva
e salivamara di vento,
ingoiai l'aria livida
spremendo dio
come un limone
maturo e
mi urtò l'ombra
distorta dell’uomo
pulito,
ora mi dono
tremando
felice
d'una macchia
di paradiso,
ma
non aspettarti nulla
non cadere come caddi aggrappandomi a sagome d'acqua
non chiudere le braccia salendo i tuoi gradini di purezza
guarda dove senti di guardare
ribellati
ama
e fai un passo indietro per capirti
e spostati
perché la vita è un movimento di sguardi,
è polvere tra i fossi che danza
miracoli,
e se un giorno non ti tornassero i conti,
figlio mio,
beh, non allarmarti,
so di gente a cui torna tutto
ma dispera
senza sogni
e dentro lentamente si muore
...