Il Poeta sulla Torre
Della Primavera ascolta
Ebbro la solarità
Dell’autunno coglie sempre
l’indiscussa Umidità
Dell’inverno avverte certa
Tutta la Caducità
Dell’estate la Fragranza
della spiga in lontananza
( per tenere l’assonanza)
Il Poeta sulla Torre
Ama il mondo di se stesso
Piange il pianto consentito
Prosciugando gli occhi altrui
Lui sa cogliere le armonie
E indovina ogni colore
Le ginestre sono gialle
Ed il mare è sempre blu
E l’amore, oh l’amore
Quello sì che lo conosce
Ne ha riempito anche i cassetti
Dell’armadio e del comò
Tutto appare e poi scompare
Nella impalpabilità
Le ombre donan preferite
L’irreperibilità
Come un ladro ruba rose
Per rivendertele a maggio
Il pensiero è il suo tormento
E a ogni verso un dono fa
E la plebe laggiù in fondo
Proprio ai piedi della torre
Muta attende speranzosa
Che il suo verbo cali giù
Non perché possa capire
(questo proprio non esiste)
ma che levi il guardo in su
e lo ammiri in mezzo al blu