PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/02/2006
“Dico a te, nuovo arrivato.
Sì, eccomi.

C’è un letto libero vicino a quelle persone di colore,
che stanno dietro a quella coppia di omosessuali,
attento a non calpestare quei senzatetto e quei pregiudicati
e a non svegliare quella bambina disabile e quel cieco.

E’ questo?
No, quello è il mio posto. Non vedi la targhetta con scritto aids?
Dimmi, piuttosto, perché ti hanno mandato qui? Cosa sei tu?

Sono, ero un soldato. Ho rifiutato di sparare
a un nemico della mia patria. Ma dicono che starò qui per poco.

Caro amico, anche a me
dissero la stessa cosa
E vedi
Ormai sto morendo
Come altri in questa stanza

Che vuoi dire?

Abituati, giovane,
perché per noi la porta è sempre chiusa
l’unico suono che proviene da fuori
è il pesante tonfo
di quei passi gonfi di imbarazzo e vergogna,
che finalmente non temono più di incontrarci."
  • Attualmente 3.33333/5 meriti.
3,3/5 meriti (3 voti)

Poesia durissima sull'emarginazione, il rifiuto di ogni diversità e la solitudine che ne scaturisce. I poeti spesso parlano d'amore, di ricordi, di tristezze personali: la poesia a sfondo sociale è difficile, ma tu sei riuscito in questo difficile compito. Un abbraccio. Marina

il 04/02/2006 alle 12:41

In quella stanza che descrivi c'è l'angoscia esistenziale di anime ferite da pregiudizi, da emarginazione, da cattiveria, da indifferenza.
Sono anime senza terra, nè amore, che non colgono più spiragli di luce, ma il freddo vuoto del buio e dell'abbandono.
Grande sempre di più in questo abbraccio dato a chi soffre, ciao, mati

il 04/02/2006 alle 16:45

Credo che tutti questi pregiudizi son causati da una falsata normalità, e dal fatto che non riusciamo ad andare oltre con il pensiero. Avvolte il mio lavoro mi porta a confontarmi con queste diversità e mi si stringe il cuore, per la tanta ignoranza delle cosidette anime normali che suscitano sulle anime che soffrono per un'etichetta messa senza senso.
Un abbraccio Nadia

il 04/02/2006 alle 19:55

"commento-non commento", il mio, in quanto impossibile per una tematica così profonda, trattata in modo così alto.
Ma il voto, mi prendo la soddisfazione di darlo, eh, cribbio!

il 05/02/2006 alle 14:41

Hai descritto la normalità di ieri,oggi e domani.Il punto è "I diversi" quelli che si sentono normali e non soltanto,la loro esistenza finisce quando questi si ammalano ma..ricomincia quando guariscono.

E' sempre stato così,l'importante non è combattere ma vivere e dare esempio.

Ciao,MauMusiC

il 05/02/2006 alle 16:24

grazie a tutti per i vostri interventi..ho sofferto tanto a scrivere queste righe..volevo che ne scaturisse fuori un'immagine dolorosamente sofferta ma allo stesso tempo un'indignazione non fine a se stessa ma che possa annullare qualsiasi falsa "diversita" di anima e corpo..nel nome di una sempre più anelata uguaglianza..

il 05/02/2006 alle 23:09

un urlo di denuncia. Che tristezza, le tue sono parole che fanno piangere il cuore. Perchè abbiamo sempre così paura di ciò che non conosciamo, perchè lo allontaniamo invece di cercare di conoscerlo meglio? Splendida. Mi piace anche il modo in cui l'hai composta.

il 06/02/2006 alle 15:16