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Pubblicata il 19/01/2006
Perdonami, se quella notte ti ho fatto sfiorare il
mio cuore e poi te l'ho strappato via dalle mani.

Se ti ho rapito la fantasia fino all'alba e te l'ho
gettata ai piedi, accartocciata, il tramonto seguente.

Se ho fatto conoscere alla tua pelle la seta dei miei
caldi pendii e poi ti ho gettato sulla gelida soglia
della solitudine.

Se in quelle ore ho fatto assaggiare alla tua lingua
incredula un dolcissimo frutto, che poi ho sottratto
alla tua mano implorante.

Se ti ho sussurrato parole, per le quali hai sentito il
divino in te, tanto da doverlo invocare in estasi,
mentre oggi dalle nostre lingue si sciolgono solo
sibili di indifferenza.

Quanto vorrei restituirti tutti i baci che ti ho rubato
senza pudore, quella notte di scandalo!

Sai che non posso amarti, e per questo mi odi,
ma sai quanto amo il ricordo delle tue mani?!
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La tua poesia ha un fascino tutto suo: traspare il senso di colpa che si prova per aver procurato una sofferenza a chi credevamo di non amare ma che, comunque, inspiegabilmente continua a vivere dentro di noi. Incomprensibile amore. Mi è piaciuta. Marina

il 20/01/2006 alle 11:04