PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 13/01/2006
Della vita,
come un paradiso
quello più perduto;
un sogno che ricorre
tra le pagine di una
vecchia storia...
le parole scritte solo col pensiero
di pochi, di chi ha sofferto,
ronzano le zanzare stasera
sulla mia mano, danzano lievi ritmi,
ascoltare ripetere e dividere
come la cultura di un mercante morto.
Cadono per fisica le verità,
Si spezza una lancia per
affilare la lana.
Se mi uccidi, offrimi prima l'attenzione,
essere la seta come strumento di condizione,
sono le mie parole,
per estinguere i rapporti tra me e le foglie.
Voglio scrivere per piangere sul foglio,
voglio annullarmi come
i graffi profondi nel sangue,
accartocciando il foglio,
ricordarsi della morte
e poi sorridere.
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Versi agitati da vibrazioni ed inquietudine che rendono efficacemente il senso di precari rapporti umani, ciao, mati

il 14/01/2006 alle 15:58

sono stati i versi dettati dal mio animo proprio nella sera in cui l'ho scritta!mi sentivo agitato ed allora ho cominciato a scrivere ciò che mi passava per la testa!forse qualcuno potrà dire che non c'è significato o morale e forse avrà anche ragione ma il punto sta che quella sera non mi andava di dare un senso a ciò che per me è diventato nel tempo qualcosa di davvero importante: la poesia!

il 15/01/2006 alle 02:09

Un'intensa pagina,
introspettiva..
nel ricordo..
di una sera.
Con simpatia!
Dory

il 15/01/2006 alle 09:49

E' proprio come dici tu!non sarei riuscito ad esprimere meglio quello che ho provato!

il 15/01/2006 alle 13:13

beh c'è da fare solo questo ormai!non trovi?

il 16/01/2006 alle 18:17