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Pubblicata il 11/01/2006
“ E’ una straziante profezia
rabbia che si fa pazzia
che attracca le proprie ancore
negli scogli del tuo cuore che parevano inaccessibili.
Allora
Lo sgomento mi rapisce
Un senso di inutile vittoria
Delle mie ragioni sulle tue
E perché poi?
Per aver dentro di me la schiacciante ferita
Di un’altra tua solitudine
In cui non vuoi più che metta il mio abbraccio
Consegnerei le mie carezze e i miei baci
A un altro che non abbia sbagliato più
Di me
Così a lui permetteresti di farti teneramente consolare!
Ah maledetto senso di amonìa!
Di un amore che pareva indistruttibile
E che lentamente vive la sua agonia.”




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Qualche sfumatura fonetica da migliorare, ma questo solo nel caso tu, come me, sia uno che di tanto in tanto ama rimettere mano al suono delle parole...
Il testo è convincente. La domanda centrale fa da spartiacque: "perché poi?" che indica il prima e il dopo della storia a mio avviso. L'amonìa corrompe le illusioni. Forse dovremmmo imparare che ciò che l'uomo crea l'uomo distrugge, anche l'amore.

il 12/01/2006 alle 14:28

c'è tanta amarezza e dolore. Non solo nelle parole, nel testo, ma anche nell'armonia che le rime e iversi creano, nelle emozioni che ispirano e fanno sanguinare il cuore. Bella.

il 12/01/2006 alle 15:08