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Pubblicata il 09/01/2006
Tese, morbide, ricoperte di polvere, piene di musica da suonare.
L’abile musicista rintocca una di esse,
mentre le altre aspettano. In silenzio.
Forse, una nota intrappolata.
Non ancora nata. O soltanto perduta.
Ogni corda possiede la tacita chiave per un orizzonte anelato,
desiderio di essere scossa dal fremito di una dolce mano accogliente.
Vorremmo, oh sì, suonarle tutte insieme, nello stesso tempo.
Creare una melodia che possa irrompere
nella fortezza dei sordi, che possa ridestare cuori
disinnamorati, che possa legarsi alla memoria di quelle corde ormai stonate.
Dispiace, che l’adorata melodia non possa
Coinvolgere tutte le corde, che vibrano all’unisono.
Qualcuna, resterà fuori. Qualcun'altra attenderà, che la mano misteriosa
Possa svegliarla, possa aiutarla a emettere i primi versi.
Ma tutte dovranno rientrare, prima o poi, nel nero della custodia, quando il
musicista avrà finito l’assolo più lungo;
e allora il silenzio del violino, la pace delle corde, sarà l’unico suono presente.


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bellä e originale poesia su di un violino,naturalmente, penso che ami molto la sua musica,ciao Rosa

il 10/01/2006 alle 13:07

In questi tuoi versi è come cogliere il desiderio che ha l'uomo di entrare a far parte di un grande progetto di vita, desiderio che spesso cade nel silenzio della solitudine.
Un abbraccio, mati

il 10/01/2006 alle 22:40