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Pubblicata il 24/04/2002
Caducità
degli orpelli,
ori barocchi,
fuochi fatui
di ascese illusorie
esaltati dai vostri egoismi.
Posso vedere,
ora,
la banalità
annidarsi
dietro la sacralità sterile
di gesti quotidiani
protesi all’infinito,
riti collettivi
subiti
in estrema solitudine.

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ho riconosciuto lo stile dal titolo...
dove sei?
sei fissato x i riti collettivi!
scrivi ho bisogno di vivere!

il 24/04/2002 alle 10:34

ricorda la concezione del carnevale, della festa di Pavese...quando qualcuno nel frattempo nel vuoto e nella solitudine della tua "sacralità sterile dei gesti quotidiani" stava sucidandosi in una stanza d'albergo ( racconto e vita vissuta ). Fermo restando che la tua è comunque prospettiva poeticamente personale...
E' molto bella. Peccato che ( sempre per tornare a Pavese ) manchi un riferimento - di speranza che però riconosco un pò utopica - al riferimento del "carnevale", della festa della giovinezza: utopica perchè la sua ricerca nel futuro porta a tremendi sensi di malinconia. Ma comunque penso e ritengo - al di là della verità e della bellezza del tuo messaggio, vissuto, sofferto, "subito" - che la ricerca di qualcosa al di dietro dei "banali gesti" sia la meta ultima di coloro che siano capaci di vedere oltre gli "ori barocchi" del finto carnevale: quale sia la felicità ancora non lo so...ma esiste, almeno nella passione di vite già vissute e esistenti.
Comunque, complimenti Luther e a presto

il 25/04/2002 alle 15:32

ti ho spedito un'e-mail...aspetto tue nuove...sono qui...stay strong & rebel...luther a.k.a. ector

il 28/04/2002 alle 19:58