ho riconosciuto lo stile dal titolo...
dove sei?
sei fissato x i riti collettivi!
scrivi ho bisogno di vivere!
ricorda la concezione del carnevale, della festa di Pavese...quando qualcuno nel frattempo nel vuoto e nella solitudine della tua "sacralità sterile dei gesti quotidiani" stava sucidandosi in una stanza d'albergo ( racconto e vita vissuta ). Fermo restando che la tua è comunque prospettiva poeticamente personale...
E' molto bella. Peccato che ( sempre per tornare a Pavese ) manchi un riferimento - di speranza che però riconosco un pò utopica - al riferimento del "carnevale", della festa della giovinezza: utopica perchè la sua ricerca nel futuro porta a tremendi sensi di malinconia. Ma comunque penso e ritengo - al di là della verità e della bellezza del tuo messaggio, vissuto, sofferto, "subito" - che la ricerca di qualcosa al di dietro dei "banali gesti" sia la meta ultima di coloro che siano capaci di vedere oltre gli "ori barocchi" del finto carnevale: quale sia la felicità ancora non lo so...ma esiste, almeno nella passione di vite già vissute e esistenti.
Comunque, complimenti Luther e a presto
ti ho spedito un'e-mail...aspetto tue nuove...sono qui...stay strong & rebel...luther a.k.a. ector