Cerco il tepore del tuo corpo amato
a lenire l’angoscia della notte
un dipanarsi antico di terrore
sulle pareti della stanza nuda
mi dilania la mente.
A te che invochi
nuove certezze io voglio
consegnare il mio dono
l’anima accartocciata
avvilita demente
fanne tu ciò che vuoi straziala pure ma
spaccala fino al nocciolo
del suo incorrotto nucleo
e tu vedrai
che sogno di sfiorare con le dita
il profilo severo del tuo volto
e tu sorridi
assorbendo il tremore del mio gesto.
Quest’incanto adombrato
dalle ciglia socchiuse è solo nostro.
Maddy